Nella pelle dell’altro: l’esempio di Chiara Lubich

Con il film “L’amore vince tutto”, domenica 3 gennaio la Rai ha raccontato al grande pubblico la storia di Chiara Lubich, grande figura carismatica del Novecento e fondatrice del Movimento dei Focolari. Siamo nel 1943 a Trento in pieno conflitto mondiale quando una giovane di 23 anni decide di lasciare la sua casa, i familiari, i suoi studi per dedicarsi totalmente a chi ha bisogno. Lo fa assieme ad altre coetanee, quando alla luce di una candela nel buio dei rifugi antiaerei apre a caso il Vangelo, ne legge una frase e corre a metterla in pratica. Nella devastazione della guerra comprende che l’unico ideale che non crolla è Dio Amore, quell’Amore che Chiara e le sue compagne vogliono rivolgere a loro volta a ciascuno dei prossimi che incontrano. Un amore rivolto a tutti e che non discrimina, che prende l’iniziativa, che ama come sé e non rifiuta nessuno, neppure i nemici.

Il 7 dicembre del 1943 Chiara sceglie di consacrarsi senza la particolare intenzione di voler entrare in una congregazione religiosa né di fondare un movimento. Scriverà  nel 2000: «Un giorno mi trovavo lì con le mie compagne e, aprendo il piccolo libro, lessi: “Padre che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Era la preghiera di Gesù prima di morire. Per la sua presenza fra noi e per un dono del suo Spirito, mi parve di capire un po’ quelle parole difficili e forti e mi nacque in cuore la convinzione che per quella pagina del Vangelo fossimo nate: per l’unità e cioè per contribuire all’unità degli uomini con Dio e fra loro.»

Il carisma, profondamente ispirato da Dio nelle opere che Chiara e la sua comunità compie, attira l’attenzione di molti fra cristiani e non, di persone appartenenti ad altre religioni e addirittura di non credenti. Dapprima valutato con una certa diffidenza dal Santo Uffizio, il Movimento verrà definitivamente approvato nel 1962, come “ la via nuova nata dal Vangelo in una spiritualità di comunione collettiva”, citando Papa Paolo VI.

Tra le tante opere e attività in seno al Movimento, oggi presente in 180 paesi, dagli anni ‘60, i Focolari hanno sviluppato un rapporto sempre più profondo con seguaci di altre religioni. L’elemento fondante del dialogo è la Regola d’oro “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”: espressione presente in tutte le culture e che funge da collante nel dialogo continuo all’interno delle diverse realtà. La riscoperta delle proprie radici religiose, di ciò che unisce e l’esperienza viva della fraternità, sono alcuni degli effetti del dialogo realizzato dal Movimento dei Focolari, mossi da quella che Giovanni Paolo II ha definito una “robusta spiritualità di comunione”, che contribuisce a costruire unità della famiglia umana. Si rafforza il comune impegno ad essere costruttori di unità e di pace, specie là dove la violenza e l’intolleranza razziale e religiosa cercano di scavare un abisso fra le componenti della società dando vita anche a significative opere umanitarie comuni.

Nel 1997 Chiara Lubich viene chiamata dall’Imam della Moschea di Malcom X ad Harlem a parlare della sua esperienza spirituale a 3000 musulmani.  Poco prima di entrare Chiara si rivolse così all’Imam Mohammed: “Facciamo un patto, nel nome dell’unico Dio, di lavorare assiduamente per la pace e l’unità”. La risposta dell’Imam Mohammed è stata immediata: “Questo patto è suggellato per sempre – ha detto – Dio mi sia testimone che tu sei mia sorella. Io sono tuo amico e ti aiuterò sempre”. I due grandi leader stavano rispondendo ad una chiamata di Dio, quella di dar vita ad un mondo di pace e di amore e avevano compreso che, lavorando insieme, avrebbero contribuito a farlo diventare realtà.

Per i cristiani il dialogo con gli ebrei è molto speciale. Giovanni Paolo II parlava di “fratelli maggiori” e Benedetto XVI di “padri nella fede”, evidenziando i profondi legami esistenti. La Lubich fa suo il proposito dei Papi, dai quali riceve continui incoraggiamenti e incontra nel 1995 una rappresentanza della Comunità ebraica di Roma, momento dal quale nasce l’esigenza l’anno successivo di riunirsi nel 1° congresso internazionale tra ebrei e cristiani. Il tema è centrato sull’amore di Dio e del prossimo. Il culmine dell’incontro è il “patto di amore e di misericordia” proposto da Norma Levitt, ebrea di New York, per la riconciliazione fra ebrei e cristiani e fra ebrei di diverse tradizioni.

Anche con il mondo buddista si è instaurato un rapporto di amicizia duraturo e fruttuoso, come testimonia il monaco Phramaha Thongratana: “Buddhismo e cristianesimo sono soltanto due parole […] il bene, l’amore, è ciò che unisce tutti gli uomini di qualsiasi razza, religione, lingua e fa sì che tutti possano ritrovarsi e convivere insieme”.

Rieti gioca un ruolo importante nella storia del Movimento dei Focolari e del dialogo interreligioso, quando proprio alla Lubich nel giugno 1996 venne riconosciuto il suo impegno attraverso il “Premio Civiltà dell’Amore”, promosso dal Forum Internazionale in seno alla Diocesi reatina con l’allora vescovo monsignor Giuseppe Molinari e al Movimento cristiano lavoratori rappresentato da Nazzareno Figorilli. Nel suo discorso Chiara rivela quello che la sua esperienza spirituale le ha insegnato sul significato più profondo del dialogo con tutti: “Comprendere la religione dell’altro implica l’entrare nella pelle dell’altro”, senza mezzi termini, fondendosi nell’animo dell’altro, facendo spazio alle sensazioni, alle gioie e ai dolori dell’altro per comprenderlo, amarlo fino in fondo e concretamente.

A quello straordinario evento per il nostro territorio fece seguito, nel 2001, l’inaugurazione del primo cimitero interreligioso in Italia  per cristiani, ebrei e musulmani. Alla presenza degli esponenti delle tre grandi religioni monoteiste, il vescovo della diocesi reatina, monsignor Delio Lucarelli, il rabbino capo della comunità ebraica di Roma Elio Toaff, e l’Imam della comunità islamica romana Maumoud Hammad Sheweitan, con il patrocinio del Comune e del sindaco Antonio Cicchetti.

Nel programma internazionale del 2020 per le celebrazioni del centenario dalla nascita della fondatrice dei Focolari, era stata inserita anche la nostra città attraverso un contributo importante rinviato a causa dell’emergenza sanitaria. “Essere Uno fra noi” è il titolo dell’evento che si sarebbe svolto alla presenza del vescovo monsignor Domenico Pompili, di Noemi Di Segni, Presidente della Comunità ebraica di Roma, dell’Imam di Rieti Mohamed Ahrdane e di Michele Zanzucchi (docente della Pontificia Università Gregoriana e dell’Istituto Universitario Sophia) con il suo intervento dedicato a “L’Opera di Chiara Lubich per il dialogo fra i popoli e le religioni”.

L’auspicio è che l’appuntamento si possa recuperare nel 2021, affinché si contribuisca a diffondere la conoscenza della figura di Chiara Lubich e del suo carisma, caratterizzato da un linguaggio attuale e universale capace di avvicinare persone di ogni credo, cultura e religione con l’intento di costruire rapporti di fratellanza.

Livia e Stefano